Viaggio nell'artigianato salentino: dal ricamo alla cartapesta
La settimana scorsa ci siamo occupati di pietra leccese e creta, oggi scopriamo gli altri prodotti dell'artigianato salentino.
Il legno
Nei tempi passati il legno veniva adoperato prevalentemente per abbellire palazzi nobiliari e chiese, con manufatti e sculture che rappresentano delle vere e proprie opere d'arte, come i cori lignei, gli organi e le statue.
Le diverse tecniche di intarsio, intaglio ed ebanisteria vengono tuttora praticate, anche per la realizzazione di utensili da lavoro e per uso domestico: pestelli, taglieri, ciotole, mobili di vario genere. L'abbondanza di ulivo nel Salento ha poi ulteriormente favorito la diffusione di quest'arte.
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Il ricamo
La ricchezza e la ricercatezza dell'artigianato locale si manifesta nelle tessiture, lavori eseguiti sul classico telaio salentino, le cui origini si perdono nel tempo, secondo alcune fonti addirittura nel periodo ellenico. Realizzato in legno d'ulivo, a pedali, veniva utilizzato dalle madri che realizzavano il corredo (copriletto, tovaglie, tende, centrini, ma anche tessiture di grandi dimensioni come arazzi e tappeti) alle figlie prossime al matrimonio.
Tale arte veniva immancabilmente tramandata alle giovani, in modo che non andasse perduta. Le ricamatrici, famose sono quelle di Tiggiano e del Salento meridionale in generale, lavoravano, producendo pizzi e merletti di squisita fattura, lana, cotone, canapa e lino, con diverse tecniche. Le più conosciute sono il chiacchierino, fatto con la spoletta sulle dita e rinomato per la leggerezza della tela ottenuta, e il tombolo, ottenuto intrecciando i fili su un disegno, fissato su un grande cuscino cilindrico imbottito. Ancora oggi sono famose le piccole aziende di sartoria e ricamo artigianale.
La cartapesta
Lecce è, tra tutti i comuni del Salento, quello con la maggiore concentrazione di maestri cartapestai. L'arte della cartapesta, per via dei materiali utilizzati, può essere definita povera: per creare questi oggetti, basta disporre di carta, paglia, acqua, colla d'amido, fil di ferro e farina.
L'uso della cartapesta si diffonde soprattutto tra il XVII e il XVIII secolo, contemporaneamente al fiorire dell'arte sacra ed alla costruzione di chiese e monumenti religiosi. Gli artigiani, con pochi attrezzi, materiale grezzo, pazienza e fantasia, iniziano a realizzare splendidi lavori: statue, presepi, angeli, figure legate alla cultura contadina ed agli antichi mestieri.
La cesteria e l'impagliatura
E' una delle lavorazioni classiche salentine basata sull’intreccio di giunchi e vimini, o corteccia d'ulivo e rami di gelso (anche innestato con salice per consentire maggiore flessibilità) ammorbiditi in acqua. La particolarità è che l'intreccio viene fatto a secco, senza alcun tipo di materiale colloso o di fissaggio.
Tramite questa tecnica, nella quale si distinguono gli artigiani di Bagnolo del Salento, si realizzano cesti per la raccolta di frutta, verdura o pane, fuscelle per la ricotta, sedie, borse e contenitori.
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