Trasferirsi o comprare casa nel Mezzogiorno d’Italia: tutte le agevolazioni riservate agli stranieri

Buone notizie per chi stava pensando di vendere casa sua ad uno straniero, passate un po’ in sordina, come altre good news, durante l’emergenza Covid. Ma, da quest’anno, sono in vigore agevolazioni fiscali ancor più allettanti per gli stranieri che decidono di prendere la residenza in Italia: un motivo in più per proporre il proprio immobile sul mercato estero. Vediamo in cosa consistono. 

Le nuove norme, frutto del Decreto crescita 2019, potenziano gli incentivi già esistenti per le persone fisiche che trasferiscono la residenza fiscale in Italia a partire dal 2020, e si aggiungono al regime riservato ai pensionati esteri che si stabiliscono nei Comuni del Mezzogiorno (Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia) con meno di 20mila abitanti, i quali potranno pagare un’imposta del 7% su tutti i redditi esteri, non solo pensioni, per 10 anni. Tra i regimi agevolati c’è anche quello destinato ai soggetti titolari di grandi patrimoni, che consente l’opzione per un’imposta forfettaria pari a 100mila euro annui su tutti i redditi esteri per 15 anni.

Requisiti

Il Decreto crescita interviene in particolare sull’art. 16 del Dlgs 147/2015, semplificando le condizioni di accesso al regime fiscale per i cosiddetti lavoratori impatriati, che diventano:
  • essere stati residenti all’estero nei due periodi d’imposta precedenti il trasferimento in Italia;
  • permanere in Italia per almeno due anni;
  • svolgere l’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.
Per questi soggetti, è prevista la detassazione per cinque anni di parte del reddito di lavoro dipendente o autonomo prodotto in Italia. Il regime si applica anche a chi avvia un’attività d’impresa a partire dal periodo d’imposta 2020. In particolare, i redditi di lavoro prodotti in Italia concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 30% del loro ammontare, con conseguente detassazione del restante 70% (percentuale innalzata rispetto al precedente 50%).

Bonus aggiuntivi

Con la riforma sono state introdotte ulteriori agevolazioni, in presenza di specifiche condizioni:
  • i redditi dei lavoratori che si trasferiscono in un Comune del Sud Italia concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 10% del loro ammontare;
  • le agevolazioni vengono estese per ulteriori cinque periodi di imposta, con detassazione al 50%, in questo arco temporale, ai lavoratori con almeno un figlio minorenne o a carico, anche in affido preadottivo, e ai lavoratori che diventino proprietari di almeno un’unità immobiliare di tipo residenziale in Italia, successivamente al trasferimento in Italia o nei 12 mesi precedenti;
  • i redditi dei lavoratori che abbiano almeno tre figli minorenni o a carico, anche in affido preadottivo, concorrono alla formazione del reddito complessivo, negli ulteriori cinque periodi di imposta, limitatamente al 10% del loro ammontare.


Incentivi per sportivi professionisti

In sede di conversione in legge del Decreto crescita, è stato introdotto anche un regime fiscale ad hoc per i lavoratori che operano nel settore dello sport professionistico: atleti, allenatori, direttori tecnico-sportivi e preparatori atletici che operano nell’ambito di una disciplina riconosciuta come professionistica dal Coni (al momento solo calcio, pallacanestro, ciclismo, golf). 

Per questi soggetti, ferme restando le condizioni generali previste per gli impatriati, i redditi derivanti dall’attività lavorativa svolta in Italia (nel caso dei calciatori, lo stipendio corrisposto dal club di appartenenza) concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50% del loro ammontare, senza differenziazioni territoriali per chi si trasferisce nel Mezzogiorno.

Agli sportivi si applicano anche le norme di maggior favore previste in caso di almeno un figlio a carico e di acquisto di almeno un immobile residenziale. 

L’adesione al regime è su base volontaria e comporta il versamento di un contributo, destinato al potenziamento dei settori giovanili, pari allo 0,5% della base imponibile, che si ritiene coincidente con il 50% del reddito soggetto a tassazione.

Iscrizione all’Aire

Il Decreto crescita, conformandosi alle disposizioni internazionali contro le doppie imposizioni, ha chiarito che i cittadini italiani non iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) e rientrati nel nostro Paese a decorrere dal periodo d’imposta 2020, possono accedere ai nuovi benefici fiscali, purché abbiano avuto la residenza in un altro Stato, secondo quanto stabilito da una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi.

Si pone fine, in tal modo, alla disputa che vedeva nella mancata iscrizione all’Aire un ostacolo all’accesso al regime premiale (in quanto formalmente i lavoratori rimanevano residenti fiscali italiani): ciò vale anche per chi è già rientrato, inclusi i destinatari di atti impositivi aventi ad oggetto il disconoscimento delle agevolazioni, proprio per mancanza dell’iscrizione all’Aire, con la conseguenza che eventuali contenziosi instaurati da parte dell’Agenzia delle Entrate dovranno essere abbandonati.

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