Cedolare secca locazioni brevi 2020: come funziona?

Ecco i chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate (circolare 24/E/2017) per applicare la cedolare secca anche alle locazioni brevi, cosiddetta "tassa Airbnb".

In generale, la cedolare secca sulle locazioni è un regime opzionale di tassazione sostitutiva dei canoni d'affitto: i contribuenti, in possesso dei requisiti, possono scegliere se pagare solo un'imposta del 21% al posto di Irpef ordinaria, addizionali regionali, imposta di registro e bollo (comprese quelle su proroghe e risoluzioni). 

La cedolare secca si può applicare sia ai contratti di locazione a lungo termine, che ai cosiddetti "affitti brevi", ossia inferiori a trenta giorni, stipulati direttamente o tramite intermediari, anche online. 
Per rientrare nel regime di cedolare secca sugli affitti brevi:
  • l'immobile deve essere ad uso abitativo;
  • la durata del contratto deve essere inferiore a trenta giorni;
  • il contratto deve essere stipulato da persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività d'impresa;
Oltre alla messa a disposizione di immobile e pertinenze, il contratto può prevedere anche la fornitura di biancheria, servizi di pulizia, utenze, wi-fi, aria condizionata, ecc. Ma, attenzione, perchè la cedolare secca non si può applicare se, oltre all'abitazione, vengono forniti servizi come colazioni, pasti, ecc. che rientrano nell'attività di B&B. 

Attenti anche alla durata dei contratti, perchè, se durante l'anno il locatore stipula, con lo stesso inquilino, più contratti, la cui durata complessiva supera i trenta giorni, essi devono essere registrati. 

Infine, con il Decreto crescita, dal mese di agosto partirà la banca dati delle strutture ricettive ubicate in Italia, comprese quelle destinate alla locazione breve: ogni struttura dovrà avere un codice identificativo, da utilizzare anche negli annunci, dal quale l'Agenzia delle Entrate potrà ricavare tipologia, caratteristiche, ubicazione e dati del proprietario. 


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