Lavoratori domestici: le regole per la collaborazione occasionale o l'assunzione permanente
Pulizie domestiche: dobbiamo per forza assumere una colf? Oppure si può fare un contratto temporaneo?
Vediamo come farlo in piena regola
Cerchiamo prima di capire se abbiamo bisogno di un aiuto occasionale o permanente: infatti, nel primo caso, non dovremo effettuare l'assunzione del collaboratore domestico, che potremo retribuire con il cosiddetto “libretto famiglia”. Si tratta di una sorta di buono, che ha sostituito il voucher Inps per le prestazioni di lavoro occasionale in ambito domestico, come pulizia, giardinaggio, manutenzione, baby sitting, ripetizioni a domicilio, ecc. Il valore nominale di ogni buono, pari a 10 euro per ora di lavoro, include compenso, contributi e assicurazione. I buoni si devono acquistare direttamente dall'Inps (tramite F24 Elide o pagamento elettronico) che, a sua volta erogherà il compenso al lavoratore.
Se invece vogliamo avvalerci di una collaborazione domestica permanente, allora dobbiamo assumere il lavoratore a tutti gli effetti, tenendo presente che i costi relativi al contratto di lavoro comprendono sia la paga minima, fino a 8,21 euro, che i contributi, fino a 2,11 euro, per ogni ora di lavoro. La procedura è semplificata, perchè non dobbiamo redigere la busta paga né compilare l'F24, ma possiamo utilizzare i bollettini precompilati dall'Inps.
I documenti che il collaboratore deve presentarci per l'assunzione sono: documento d'identità, codice fiscale, documenti assicurativi e previdenziali, tessera sanitaria, documentazione sullo stato di salute, eventuali attestati professionali. Se il collaboratore è extracomunitario con permesso di soggiorno, dobbiamo seguire la stessa procedura prevista per un lavoratore italiano.
L’assunzione deve essere comunicata all’Inps entro le ventiquattrore precedenti il giorno di inizio del rapporto di lavoro, anche se festivo, mentre non è richiesta alcuna comunicazione, con modello Unilav, al centro per l’impiego. La comunicazione va fatta online, attraverso il portale Inps, tramite numero verde, o attraverso intermediari abilitati.
Se ci si avvale di una colf, senza rispettare tutte queste regole, si rischia una sanzione amministrativa, da 200 a 500 euro, oltre alla sanzione civile per omesso versamento di contibuti, da parte dell'Inps. Invece la Direzione Provinciale del Lavoro applicherà una sanzione da 1.500 a 12.000 euro. Infine il lavoratore potrà rispondere, verso la GdF, per il maggior reddito percepito e non dichiarato, e per le detrazioni di cui abbia eventualmente usufruito senza diritto: tuttavia la responsabilità di questa irregolarità ricade anche sul datore di lavoro, in quanto sostituto d’imposta.
Se poi si impiegano lavoratori senza permesso di soggiorno (o con permesso scaduto, non rinnovato o revocato) si rischia l'arresto, da tre mesi a un anno, e un'ammenda di 5.000 euro per ognuno di essi (Testo Unico Immigrazione).
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