Quale contratto si deve utilizzare per affittare casa a studenti?
Settembre, è tempo di affittare casa a studenti: qual è il contratto più indicato?
Per questo caso specifico, la legge prevede una tipologia contrattuale ad hoc: il cosiddetto "contratto transitorio per studenti universitari" (Legge n. 431/1998, art. 5, comma 3).
Tendenzialmente, questo tipo di contratto conviene sia al proprietario, che può beneficiare di una tassazione ridotta, sia al conduttore, che può detrarre i canoni d’affitto, risparmiando fino ad un massimo di 500 euro all'anno.
La durata va da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni, con rinnovo automatico per lo stesso periodo alla prima scadenza.
Il contratto transitorio per studenti universitari si può utilizzare a condizione che :
Attenzione, però: prima di optare per questa forma contrattuale il proprietario farebbe bene a valutarne pro e contro.
Lo svantaggio forse più importante è che il canone di locazione non potrà essere fissato liberamente, ma dovrà essere calcolato sulla base di accordi stipulati tra organizzazioni sindacali, università e associazioni degli studenti, e comunque dovrà essere compreso tra un minimo ed un massimo.
Tra i vantaggi:
Per questo caso specifico, la legge prevede una tipologia contrattuale ad hoc: il cosiddetto "contratto transitorio per studenti universitari" (Legge n. 431/1998, art. 5, comma 3).
Tendenzialmente, questo tipo di contratto conviene sia al proprietario, che può beneficiare di una tassazione ridotta, sia al conduttore, che può detrarre i canoni d’affitto, risparmiando fino ad un massimo di 500 euro all'anno.
La durata va da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni, con rinnovo automatico per lo stesso periodo alla prima scadenza.
Il contratto transitorio per studenti universitari si può utilizzare a condizione che :
- lo studente risieda in un Comune diverso rispetto a quello dove è ubicato l'immobile da prendere in affitto;
- la residenza dello studente sia esplicitamente indicata nel contratto;
- nel Comune dove si trova l'immobile ci sia una università o sede distaccata.
Attenzione, però: prima di optare per questa forma contrattuale il proprietario farebbe bene a valutarne pro e contro.
Lo svantaggio forse più importante è che il canone di locazione non potrà essere fissato liberamente, ma dovrà essere calcolato sulla base di accordi stipulati tra organizzazioni sindacali, università e associazioni degli studenti, e comunque dovrà essere compreso tra un minimo ed un massimo.
Tra i vantaggi:
- la possibilità di accedere alla tassazione agevolata con cedolare secca al 10%;
- la riduzione di un ulteriore 30% del reddito imponibile da fabbricati, a condizione che, nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui si intende usufruire della agevolazione, vengano indicati gli estremi di registrazione del contratto di locazione, l’anno di presentazione della dichiarazione IMU ed il Comune in cui è ubicato l’immobile;
- la riduzione del 75% delle aliquote Imu e Tasi stabilite dal Comune.




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