Come risparmiare sulle tasse ed evitare contenziosi col Fisco quando compriamo casa?

C'è un modo per risparmiare sulle imposte ed evitare contenziosi col Fisco, quando compriamo casa?

Se chiediamo al notaio l'applicazione del cosiddetto prezzo-valore, possiamo beneficiare della tassazione agevolata ed azzerare il rischio di contestazione del prezzo di compravendita da parte dell'Agenzia delle Entrate. Vediamo come funziona. 

Introdotto nel 2005, il prezzo-valore è un meccanismo in virtù del quale si considera come base imponibile delle imposte sulla compravendita il valore catastale dell'immobile, invece del prezzo effettivamente pagato, normalmente più alto. 
Tale regime si può applicare solo a trasferimenti di abitazioni e relative pertinenze tra persone fisiche, che non agiscono nell’ambito di attività commerciali (escluse quindi le compravendite soggette ad IVA). 
Prima del 2005, quando le imposte andavano pagate sul prezzo di acquisto, chi comprava casa, per pagare meno, dichiarava un prezzo di compravendita più basso di quello reale e versava in contanti al venditore la differenza rispetto al prezzo pattuito. 

Invece oggi, anche nei pochi casi in cui il prezzo è inferiore al valore catastale (come le abitazioni in zone a forte rischio sismico), gli acquirenti optano per il prezzo-valore, perché preferiscono pagare subito imposte lievemente superiori, ma si assicurano di non subire in futuro accertamenti da parte dell'Agenzia delle Entrate. 

Facciamo un esempio pratico

Immaginiamo di acquistare una casa, con rendita catastale di 800 euro, al prezzo di 150.000 euro:
  • chiedendo l'applicazione del prezzo valore, la base imponibile su cui applicare l'imposta di registro, è pari a 100.800 euro, corrispondente ad un'imposta di 9.072 euro.
  • Se invece optiamo per il sistema di tassazione ordinario, si considera come base imponibile il prezzo pagato, cioè 150.000 euro, cui corrisponde un'imposta di registro di 13.500 euro.


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