In viaggio tra Galatina e Ruffano, al ritmo di pizzica e taranta, musica e balli popolari, tra sacro e profano.

Protagonisti del percorso antichi borghi, cappelle e chiese votive, cripte ipogee, sculture e dipinti, feste religiose, processioni e riti propiziatori.

Partiamo da Galatina, nel cui centro storico troviamo la cappella di San Paolo, protettore dei pizzicati da animali velenosi, raffigurato in una tela settecentesca con gli attributi del serpente, del ragno e dello scorpione. Ogni anno, il 29 giugno, vi giungevano i malati di tarantismo per implorare la grazia della guarigione, ballando al ritmo dei suonatori di tamburello e bevendo l’acqua miracolosa del vicino pozzo, posto all'interno dell'attuale palazzo Tondi-Vignola. L’iconografia di San Paolo è diffusa anche in altri centri urbani e rurali della Terra d’Otranto, come Acaya, cittadella fortificata rinascimentale a pochi chilometri da Lecce. 


Proseguiamo verso Soleto, dove sono ospitati numerosi dipinti ed immagini scolpite del Santo, come la statua in cartapesta nella cappella a lui intitolata, affreschi votivi, ed una tela nella chiesa matrice. 

Pure la vicina Seclì, il cui stemma civico raffigura un serpente, celebra come patrono proprio San Paolo, la cui immagine è custodita nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. 

Continuando verso il basso Salento, incontriamo altri due siti arcaici legati al culto del tarantismo e del Santo dei serpenti: il menhir di San Paolo, nel territorio di Giurdignano, presso il quale una grotta bizantina custodisce un affresco del Santo, la rete e la taranta, e la chiesa di Santa Maria di Vereto, nel comune di Patù, che ospita affreschi con le figure del serpente e dello scorpione. 

La popolazione salentina venera anche altri Santi, dalle capacità taumaturgiche e guaritrici, legati al tarantismo, come San Rocco e San Donato. I festeggiamenti in onore di San Rocco si tengono ogni anno il 15 e 16 agosto, a Torrepaduli, frazione del comune di Ruffano: qui i fedeli si recano nella piccola cappella del Santuario per baciarne la statua lignea, mentre nel piazzale antistante, al ritmo dei tamburelli, viene inscenata la pizzica della “danza dei coltelli”. 

San Donato, protettore e guaritore degli epilettici, è venerato dagli abitanti di Montesano Salentino dove, alla fine del '700, fu eretta una cappella a lui intitolata, su una preesistente costruzione religiosa allo stesso dedicata, dove i fedeli si recavano per invocarne la grazia. Durante la festa in onore del Santo, il 6 e 7 agosto, gli infermi prendono parte alle processioni seguendone la statua inginocchiati o sdraiati a terra.

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